Oltre la cabinovia, Pomante propone i fondi dell'Europa per una «città da sogno»

TERAMO – Nella politica che si appresta, domattina, a valutare in consiglio comunale il progetto della cabiovia di collegamento tra il centro storico e il Campus di Colleparco, il consigliere arancione Gianluca Pomante anticipa la sua posizione e accusa l’assoluta indifferenza, se non incapacità a farlo, dell’amministrazione verso ipotesi di investimento struttutale che l’Europa offre attraverso propri finanziamenti. E’ sottolineato un riferimento alla giunta cittadina «che si rimpasta ogni volta come neppure un fornaio farebbe ma che ottiene gli stessi pessimi risultati: navigare a vista ed attuare progetti ereditati dal passato, discutibili se non dannosi, senza alcuna visione del futuro, senza alcuna programmazione urbanistica, senza alcuna organizzazione del territorio, dell’economia, della società futura».
Pomante suggerisce di guardare con attenzione alla "call for proposal" lanciata dall’Unione Europea in questi giorni: un budget di 372 milioni di euro, riservata alle città con almeno 50.000 abitanti che intendono migliorare la qualità della vita urbana e l’efficienza dei servizi pubblici attraverso progetti innovativi ed audaci, che non rientrino nella normale operatività di una Pubblica Amministrazione. I candidati possono presentare proposte progettuali che affrontino i seguenti temi: Integrazione di migranti e rifugiati, Economia circolare, Mobilità urbana sostenibile.
«Potrebbe essere l’occasione – dice il consigliere Pomante – per coprire le aree di piazzale San Francesco e dei parcheggi multipiano con pannelli solari, da utilizzare per fare ombra alle auto ed alimentare bus elettrici a induzione e auto elettriche, anche da noleggiare. Un investimento che, al contrario della funivia, non avrebbe successivi costi di gestione, fatta eccezione per l’ordinaria manutenzione dei mezzi». Oppure, pensare a centri di accoglienza ed assistenza per disabil, indigenti e immigrati, «attraverso i quali affidare ai soggetti coinvolti servizi di pubblica utilità in cambio di sostentamento e percorsi di inclusione ed integrazione», oppure un centro di gestione dei beni culturali e di promozione del turismo che «centralizzi le iniziative a livello territoriale, con un calendario degli eventi dinamico, utilizzando come canale di rilancio in tutta Europa le autolinee che fanno servizio per l’estero ed altri vettori». E ancora piste ciclabili con punti di assistenza tecnica e ristoro, percorsi motociclistici protetti, volani per il turismo e le attività produttive.
Quello di Pomante è un sogno di una Teramo «diversa, efficiente, migliore e pregevole», irrealizzabile se, dice il consigliere arancione, «vi continuate a votare i soliti nomi».